Sicuramente conosci Bill Gates e la Microsoft, come è scontato accendere un computer in ufficio e trovare Windows. Ma è veramente difficile immaginare che proprio Bill Gates, a soli 20 anni in tempi non sospetti, pronunciò queste parole: “In the future i’ll see one computer on every desk and one in every home“. I personal computer erano solo un’idea futuristica nella sua testa, eppure era un visionario… Era il 1975 e per chi non conoscesse l’inglese significa “Nel futuro vedo un personal computer su ogni scrivania e in ogni casa… e io sarò l’uomo più ricco del mondo“.

La prima parte non si è avverata: ci sono ancora zone del mondo dove non ci sono PC sulle scrivanie (in effetti in certi posti non ci sono nemmeno le scrivanie).

La seconda invece si è avverata, ma l’ho aggiunta io: dal 1996 al 2009 Bill Gates è stato l’uomo più ricco del mondo, per poi tornare ad esserlo anche nel 2016. Si è preso una pausa, perché è veramente dura essere l’uomo più ricco del mondo per 13 anni di fila, non pensi? Prova a ripeterlo ad alta voce: l’uomo più ricco del mondo.

La storia di Bill Gates

Come si diventa l’uomo più ricco del mondo?

È abbastanza semplice: basta inventare un sistema operativo come Windows, installarlo su quasi tutti i computer in vendita nel mondo e ricevere una commissione da ognuno. Una stima infatti dice che ad oggi, 9 computer su 10 usino Microsoft Windows. Mac e Linux (gli altri 2 sistemi operativi, uno di casa Apple e uno Open Source) si spartiscono il resto della torta.

Bill Gates crescita Microsoft

Ma per capire come abbia fatto Bill Gates a diventare l’uomo più ricco del mondo, dobbiamo fare un passo indietro al 1955. Diffida da chi recita le solite favolette che le migliori idee sono nate in garage. Servono solo a farti sognare. La realtà è un’altra: siamo a Seattle (sede della Boeing e di altre aziende emergenti) e Bill nasce da una famiglia ricca, figlio di un’insegnante universitaria e di uno degli avvocati più importanti della città. Sicuramente aiuta, che dici?

qi = quoziente intellettivo

Aveva un QI sopra la media e invece di uscire e giocare con gli amici, studiava enciclopedie tutto il giorno. La sua scuola era una delle più fornite tecnologicamente parlando e lì ci fu il primo incontro ravvicinato del terzo tipo: il computer.

I computer all’epoca erano grandi come stanze intere e svolgevano semplici calcoli. Fu amore a prima vista, e insieme ad Allen, uno amico e studente 2 anni più grande, si mise a progettare un programma che gestisse gli orari delle lezioni.

Bill Gates e Paul Allen a scrivere i loro primi programmi software

 

Il risultato fu così entusiasmante ed efficiente che il preside lo premiò con una borsa di studio di 500 dollari. Una montagna di soldi per un ragazzino di 15 anni di quell’epoca.

Epoca in cui pensare di lavorare coi i computer era pura utopia. Ma Gates, galvanizzato da questo successo, iniziò a pensare che da grande avrebbe aperto una software house (non è una casa di riposo per programmi, bensì un’azienda colma di programmatori e nerd che sviluppano applicativi per computer).

Ovviamente in quegli anni i computer erano così poco diffusi, che per i genitori di Gates, sembrava assolutamente una pazzia pensare di poter vivere scrivendo codice.

L’inizio del suo successo

La svolta avvenne nel 1974 quando fu inventato il primo computer ridotto. Una scatola metallica che poteva essere facilmente trasportata. A cosa serviva? A niente, per il momento.
Era un test, un esperimento, un primo passo di un’evoluzione che oggi conosciamo bene e avrebbe accelerato di lì a poco. Lui capì che il suo progetto poteva prendere finalmente il largo!

Decise così, insieme al suo amico Allen, ormai barbuto, di programmare software che potessero funzionare in queste scatole metalliche e potessero essere utilizzati facilmente da tutti, anche dai non addetti ai lavori.


Lui e Allen usavano di nascosto i computer dell’università per testare i lavori, lavorando 7 giorni su 7, anche di notte. Ovviamente vennero presto scoperti, ma un semplice ammonimento da parte del rettore, non impedì loro di inventare il nastro perforato, l’antenato del Floppy Disk. Conteneva il software che avevano programmato e riuscirono a rivenderlo per 30 dollari. Pare sia stato il primo software venduto privatamente.

Ma il suo sogno era diventare un imprenditore dell’informatica.

Fondazione della Microsoft

La storia della Microsoft inizia da qui: i primi soldi incassati li utilizzò per costituire la Microsoft, il cui nome era la contrazione di MICROcomputer e SOFTware, un nome perfetto, dal suono moderno, che rappresentava perfettamente la vision. Oggi è uno dei brand più famosi del mondo con 90 miliardi di dollari di fatturato annui, 21 di utile e 114.000 dipendenti (fonte: Wikipedia ott 2019).

Si stima che nel 1975 esistessero solo 2000 computer. Quindi un bacino di clienti veramente piccolo per pensare di vivere in eterno con l’informatica. Ma la sua lungimiranza lo portò ad abbandonare l’università di Harvard, con immenso dispiacere del padre, per tornare sulla costa ovest d’America, mettere in piedi un ufficio all’ottavo piano di un grattacielo di Seattle e iniziare a tempo pieno lo sviluppo di software.

11 impiegati del team Microsoft nel 1978

 

A soli 20 anni aveva già fondato la sua software house e nel 1978 gli impiegati erano già undici (foto). Bill Gates, oltre che tenere le redini dell’azienda, faceva il commerciale a caccia di clienti. A detta della sua fedele segretaria, non si fermava mai, spinto da una forte missione per il successo.

capitava che Bill Gates dormisse in ufficio sdraiato per terra

Il suo stile di vita non era solo devoto al lavoro. Si dice che fosse un accanito giocatore di poker e che fosse spericolato alla guida tanto da distruggere una Porsche di un amico e passare anche qualche periodo in galera.

Ma appena uscito, si trovò di fronte all’affare del secolo!

Il grande bluff

Nel 1980 l’IBM aveva il predominio in fatto di informatica. Quando progettò il primo Personal Computer, un computer compatto in grado di arrivare nelle case di tutti gli americani, aveva la necessità di sviluppare un sistema operativo, ovvero un software che permettesse al PC  di essere autonomo e rivendibile al grande pubblico, senza bisogno di tecnici o di difficili istruzioni per usarlo.

Grazie ad una raccomandazione della mamma di Gates (altro motivo per cui non dovete credere alle favolette del fare tutto da soli), fissarono un incontro ai piani alti della IBM e Bill firmò uno dei contratti più importanti dell’era moderna: la Microsoft avrebbe creato il sistema operativo per far funzionare tutti i computer della IBM che al tempo contava già 330.000 mila dipendenti.

Bill Gates l'uomo più ricco del mondo dal 1996 al 2009

 

Il problema era che Bill Gates non era in grado di sviluppare un software così complesso, su computer così evoluti e sconosciuti. Così, non potendo venir meno al contratto, chiamò un programmatore di Seattle che sviluppò e gli vendette il Q-DOS per 50000 dollari (il primo sistema operativo per pc, funzionante da Floppy), ovviamente ignaro che la Microsoft lo avrebbe rivenduto alla IBM per ogni PC in vendita. Bill Gates cambiò il nome del sistema operativo in MS-DOS (per introdurre le iniziali di Microsoft) e tornò in IBM col suo prodotto!

Il contratto del secolo

Durante l’incontro negli uffici della IBM, Gates ebbe l’illuminazione: invece che vendere il software, chiese soli 3 dollari per ogni installazione del software… per sempre. Mai intuizione fu più azzeccata: nel 1981 IBM lanciò sul mercato il suo Personal Computer che andò a ruba, con più di 50.000 pezzi venduti in soli 3 mesi.

evoluzione logo microsoft rebranding

I computer stavano entrando nelle scuole, nelle case e soprattutto negli uffici. Ormai era iniziata l’era Microsoft. Nel 1983 Microsoft fatturava 100 milioni di dollari, occupava tutto il palazzo in cui avevano iniziato 8 anni prima e… le foto si facevano in giacca e cravatta e non più vestiti da hippy.

Anche il marchio subì una notevole trasformazione, quello che in gergo si chiama rebranding. Come per tutte le tecnologie, anche i brand subiscono numerosi aggiornamenti nell’arco della loro vita. Basti pensare a Lego, CocaCola, Mercedes…. tutti brand che sono stati rivisitati almeno 15 volte (ho messo in agenda di scrivere un articolo dedicato al rebranding).

L’antagonista: Steve Jobs e la Apple

 

Nel frattempo, un uomo di nome Steve Jobs, coetaneo di Bill, aveva inventato il Macintosh, il primo computer che aveva un suo sistema operativo, un mouse per muovere una freccina sullo schermo e icone trascinabili che rappresentavano i vari elementi contenuti in memoria (leggi la sua storia nell’articolo dedicato a Steve Jobs)

Per Bill Gates, si prospettava una brutta fine perché le vendite del “Mac” furono subito devastanti (nonostante costasse 4000 dollari, il doppio di un PC IBM con sistema operativo Microsoft).

La Apple inventa un nuovo sistema operativo con interfaccia grafica

Bill Gates lancia il sistema operativo a finestre Microsoft Windows

La storia vuole che Microsoft in quel periodo fosse un fornitore di Apple, e che non avesse dato il giusto peso all’invenzione di Jobs. Bill Gates dovette ben presto ricredersi,  comprando un modello di Macintosh, regalarlo ad un suo programmatore e “invitarlo” a fare reverse engineering per scoprire i segreti di Apple e creare un prodotto migliore.

Ci mise meno di un anno a sviluppare un sistema operativo a finestre: nasceva Microsoft Windows.

Windows, una finestra sul futuro

Il successo di Windows nei confronti di Apple lo dobbiamo al prezzo. Offriva un prodotto con sistema operativo visuale, simile all’innovativo Macintosh, ma con prezzi dimezzati. Così nel 1995 praticamente quasi tutti i PC venduti privatamente avevano Windows installato. Bill Gates era all’apice della sua carriera.

Seattle divenne famosa nel mondo per la Microsoft che aveva 17000 dipendenti. Praticamente una città nella città.

Bill Gates si fece costruire una delle ville più grandi di sempre, del valore di circa 100 milioni di dollari, la villa dei suoi sogni: con 24 bagni e 6 cucine, su 5000 metri quadrati di superficie.

Ma alla fine degli anni novanta si apriva un altro ciclo di problemi: si diffondeva internet.

evoluzione e rebranding del logo di Microsoft Windows

Internet e i Browser

Prima era solo un progetto militare chiamato Arpanet e poi universitario per condividere il materiale da una parte all’altra dell’America, in tempi brevi, costi bassi e standard di comunicazione.

Ma proprio come fece Apple, un’altra azienda aveva preceduto Microsoft nella nuova tendenza. La Netscape (azienda informatica californiana) inventò un browser che era gratuito per gli utenti privati e a pagamento per le aziende. Così proprio come in una gara ciclistica, Bill Gates era dietro e si mise in scia, studiò l’avversario fino alla fine, per superarlo in volata mentre internet ormai entrava in tutte le case ad un prezzo accessibile: era il 16 agosto 1995 e diffuse a tutti Internet Explorer, il browser di casa Microsoft, per far navigare in internet privati e aziende gratuitamente. Netscape fallì.

Ovviamente ci furono degli effetti collaterali, perché Microsoft fu accusata da una commissione antitrust, di abusare del suo predominio. L’accusa infatti era di non introdurre nel mercato qualcosa di nuovo, ma di regalare un prodotto per evitare il proliferare di altre aziende informatiche. Accusata inoltre di stringere accordi forzati (chiamateli pure ricatti) con aziende enormi come la Compaq, per assicurarsi che Windows fosse installato nativamente su ogni computer.

Il processo durò 4 anni e la sua immagine veniva macchiata giorno dopo giorno, le azioni Microsoft crollarono del 30%, il capitale fu dimezzato rischiando lo smembramento di Microsoft

In realtà sopravvisse a queste disavventure, e direi egregiamente, tanto che tra il 2011 e il 2016 riuscì a comprare Skype, Linkedin, Mojang, GitHub, ecc.

Il lieto fine

Fortunatamente, già prima della crisi, Bill Gates aveva iniziato una serie di attività benefiche che lo portavano in tutto il mondo insieme alla moglie, ad eventi, congressi e conferenze, fino nel centro dell’Africa, per salvare popolazioni dalla malaria.

Nel 2005 è stato nominato uomo dell’anno. Il 27 giugno 2008 rassegna ufficialmente le dimissioni da Microsoft (rimanendo presidente onorario) e oggi si occupa a tempo pieno di salvaguardia del pianeta e risoluzione della povertà. Il suo nuovo obiettivo è diventare il più grande benefattore della storia. Si stima che nel corso di questi anni abbia donato 24 miliardi di dollari. Forse il più grande benefattore di tutti i tempi.

Colpo si scena: Bill Gates lascia il CdA di Microsoft

Colpo di scena in Microsoft quando oggi, 13 marzo 2020, il fondatore di Microsoft, punto cardine dal 1975, decide di abbandonare la nave, rimanendo consulente esterno. L’ultimo step per dedicarsi definitivamente alle sue missioni filantropiche con la Fondazione Bill & Melinda Gates, compresa la sanità globale, lo sviluppo, la formazione, e il suo crescente impegno sul cambiamento climatico. E’ stato presidente del CdA di Microsoft fino al 4 febbraio 2014.

Nelle ultime ore La Fondazione di Bill e Melissa Gates ha messo a disposizione ben 100 milioni di dollari per contenere l’epidemia Coronavirus. La cifra da capogiro si somma ad altri dieci milioni di dollari che era già stati stanziati dai due coniugi e annunciati la scorsa settimana con il triplice obiettivo di migliorare il rilevamento, l’isolamento e il trattamento delle persone infette.

Secondo voi, copiare e migliorare è una pratica corretta?

Bill Gates divorzia da Melinda dopo 27 anni

Cosa è successo? Semplice: hanno deciso di proseguire la missione benefica insieme, ma dividere le vite private.

Ecco il Tweet ufficiale, congiunto.

Tweet ufficiale della separazione Bill Gates da Melinda

Content is King

Questa frase è attribuita a Bill Gates, ma in realtà è stata pronunciata, diffusa e rivendicata da Summer Redstone che in questo breve video dice cose importantissime sui contenuti e alla stessa maniera, Bill Gates, intitolando un articolo nel suo blog nel 1996, parla di quanto siano importanti i contenuti e, come sempre molto lungimirante, aveva già previsto come sarebbe cresciuto internet (anche grazie a lui direi). In questo screenshot si vede il blog di Bill Gates con la pagina del 3 gennaio 1996:

blog microsoft 1996

Storia di Bill Gates post Micrososft blog 1996 content is king

Qui sotto ti riporto la traduzione:

I contenuti sono il luogo in cui mi aspetto che gran parte del denaro reale venga guadagnato su Internet, proprio come è avvenuto nel settore della radiodiffusione. La rivoluzione televisiva iniziata mezzo secolo fa ha dato vita a una serie di settori, tra cui la produzione di televisori, ma i vincitori a lungo termine sono stati coloro che hanno utilizzato il mezzo per fornire informazioni e intrattenimento. Quando si parla di una rete interattiva come Internet, la definizione di “contenuto” diventa molto ampia. Ad esempio, il software per computer è una forma di contenuto estremamente importante e che per Microsoft rimarrà di gran lunga la più importante. Ma le ampie opportunità per la maggior parte delle aziende riguardano la fornitura di informazioni o intrattenimento. Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare. Una delle cose interessanti di Internet è che chiunque abbia un PC e un modem può pubblicare qualsiasi contenuto crei. In un certo senso Internet è l’equivalente multimediale della fotocopiatrice. Consente di duplicare il materiale a basso costo, indipendentemente dalle dimensioni del pubblico.

Internet consente inoltre la distribuzione delle informazioni in tutto il mondo a un costo marginale sostanzialmente pari a zero per l’editore. Le opportunità sono notevoli e molte aziende stanno pianificando la creazione di contenuti per Internet. Ad esempio, la rete televisiva NBC e Microsoft hanno recentemente concordato di entrare insieme nel business delle notizie interattive. Le nostre società saranno proprietarie congiuntamente di una rete di notizie via cavo, MSNBC, e di un servizio di notizie interattive su Internet. NBC manterrà il controllo editoriale sulla joint venture. Mi aspetto che le società vedranno un’intensa concorrenza – e ampi fallimenti così come successi – in tutte le categorie di contenuti popolari, non solo software e notizie, ma anche giochi, intrattenimento, programmi sportivi, elenchi, pubblicità economica e comunità online dedicate a interessi maggiori.

Le riviste stampate hanno lettori che condividono interessi comuni. È facile immaginare che queste comunità siano servite da edizioni elettroniche online. Ma per avere successo online, una rivista non può semplicemente prendere ciò che ha in stampa e trasferirlo nel regno elettronico. Non c’è abbastanza profondità o interattività nei contenuti stampati per superare gli inconvenienti del mezzo online. Se si vuole che le persone sopportino di accendere un computer per leggere uno schermo, devono essere ricompensate con informazioni profonde ed estremamente aggiornate che possono esplorare a piacimento. Devono avere audio e possibilmente video. Hanno bisogno di un’opportunità di coinvolgimento personale che vada ben oltre quella offerta attraverso le pagine delle lettere al direttore delle riviste cartacee. Una domanda che molti si pongono è quanto spesso la stessa azienda che serve un gruppo di interesse nella stampa riuscirà a servirlo online. Anche il futuro stesso di alcune riviste cartacee è messo in discussione da Internet.

Internet, ad esempio, sta già rivoluzionando lo scambio di informazioni scientifiche specializzate. Le riviste scientifiche stampate tendono ad avere piccole tirature, il che le rende costose. Le biblioteche universitarie rappresentano una parte importante del mercato. È stato un modo scomodo, lento e costoso di distribuire informazioni a un pubblico specializzato, ma non c’era un’alternativa. Ora alcuni ricercatori stanno cominciando a utilizzare Internet per pubblicare scoperte scientifiche. La pratica sfida il futuro di alcune venerabili riviste stampate.

Con il passare del tempo, la portata delle informazioni su Internet diventerà enorme, il che le renderà avvincenti. Anche se oggi l’atmosfera della corsa all’oro è limitata principalmente agli Stati Uniti, mi aspetto che si estenda a tutto il mondo man mano che i costi delle comunicazioni diminuiscono e una massa critica di contenuti localizzati diventa disponibile in diversi paesi. Perché Internet possa prosperare, i fornitori di contenuti devono essere pagati per il loro lavoro. Le prospettive a lungo termine sono buone, ma mi aspetto molte delusioni a breve termine poiché le società di contenuti faticano a guadagnare attraverso la pubblicità o gli abbonamenti. Non funziona ancora e potrebbe non funzionare per qualche tempo. Almeno finora, la maggior parte del denaro e degli sforzi profusi nell’editoria interattiva sono poco più che un atto d’amore o uno sforzo per promuovere prodotti venduti nel mondo non elettronico. Spesso questi sforzi si basano sulla convinzione che col tempo qualcuno riuscirà a capire come ottenere entrate. A lungo termine, la pubblicità è promettente. Un vantaggio della pubblicità interattiva è che il messaggio iniziale deve solo attirare l’attenzione anziché trasmettere molte informazioni. Un utente può fare clic sull’annuncio per ottenere ulteriori informazioni e un inserzionista può misurare se le persone lo fanno. Ma oggi l’importo delle entrate derivanti dagli abbonamenti o dalle entrate pubblicitarie realizzate su Internet è vicino allo zero, forse 20 milioni di dollari o 30 milioni di dollari in totale. Gli inserzionisti sono sempre un po’ riluttanti nei confronti di un nuovo mezzo e Internet è certamente nuovo e diverso.

Una certa riluttanza da parte degli inserzionisti può essere giustificata, perché molti utenti di Internet non sono affatto entusiasti di vedere la pubblicità. Uno dei motivi è che molti inserzionisti utilizzano immagini di grandi dimensioni che richiedono molto tempo per essere scaricate tramite una connessione telefonica remota. Anche un annuncio su una rivista occupa spazio, ma un lettore può sfogliare rapidamente una pagina stampata. Man mano che le connessioni a Internet diventano più veloci, il fastidio di aspettare il caricamento di un annuncio pubblicitario diminuirà per poi scomparire. Ma mancano alcuni anni. Alcune società di contenuti stanno sperimentando gli abbonamenti, spesso con il richiamo di alcuni contenuti gratuiti. È complicato, però, perché non appena una comunità elettronica addebita un abbonamento, il numero di persone che visitano il sito diminuisce drasticamente, riducendo la proposta di valore per gli inserzionisti.

Uno dei motivi principali per cui il pagamento dei contenuti non funziona ancora molto bene è che non è pratico addebitare piccoli importi. Il costo e la complessità delle transazioni elettroniche rendono poco pratico addebitare una tariffa di abbonamento inferiore a quella piuttosto elevata. Ma entro un anno saranno messi in atto meccanismi che consentiranno ai fornitori di contenuti di addebitare solo un centesimo o pochi centesimi per le informazioni. Se decidi di visitare una pagina che costa un centesimo, non compilerai un assegno né riceverai una fattura per posta per un centesimo. Farai semplicemente clic su ciò che desideri, sapendo che ti verrà addebitato un centesimo su base aggregata. Questa tecnologia consentirà agli editori di addebitare piccole somme di denaro, nella speranza di attirare un vasto pubblico. Coloro che avranno successo spingeranno Internet a diventare un mercato di idee, esperienze e prodotti, un mercato di contenuti.

A proposito di contenuti ho scritto un articolo dedicato alle frasi celebri e aforismi di marketing

Galleria fotografica Bill Gates

(la più grande galleria di foto di Bill Gates)

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