Oggi è il mio compleanno.
Ed è anche l’anniversario della morte di Steve Jobs, uno dei personaggi più influenti nel mondo dell’informatica e della comunicazione. E’ famoso anche per il suo lupetto nero: se ne stava sul palco, con una pacatezza incredibile, anche se sapeva che il lancio dell’ultimo prodotto avrebbe generato folle di persone in visibilio, code davanti ai negozi fin dalla sera prima e incassi da capogiro.

Ma lui non si scomponeva e pochi minuti dopo la conferenza tornava a lavorare per migliorare i  suoi prodotti.

Primo piano di Steve Jobs da giovane e da vecchio, con la mano sul mento
Primo piano di Steve Jobs da giovane e da vecchio, con la mano sul mento

Come si diventa Steve Jobs?

Vide il suo primo personal computer a 12 anni, esattamente come Bill Gates (puoi leggere la sua storia in un articolo dedicato). Anche per Jobs fu amore a prima vista, iniziò subito degli esperimenti elettronici e, partecipando ad eventi e incontri con i ricercatori, riuscì a mettere mano ad alcuni sistemi della AT&T (compagnia telefonica americana). Costruì un aggeggio che poteva fare chiamate telefoniche gratuite, passando per la rete internet. La prima telefonata arrivò al numero sbagliato svegliando uno sconosciuto di Los Angeles.

Il fatto non era di per sé importante per la telefonata gratuita. Tanto per l’inizio di una nuova era, dove Jobs aveva capito che poteva creare qualcosa di grande, distribuibile in tutto il mondo. La leggenda racconta che con questo sistema si spacciò per Kissinger (il segretario degli Stati Uniti dell’epoca) riuscendo a comunicare con l’ufficio del Papa. Ma scoppiò a ridere prima che arrivasse a rispondere e scoprirono lo scherzo.

La storia ha inizio

Trovò un lavoro estivo proprio alla Hewlett Packard, quando aveva solo 13 anni. Aveva chiamato per avere qualche pezzo di ricambio per i suoi esperimenti elettronici, trovando il numero del cofondatore in elenco e, dopo 20 minuti di chiacchiere telefoniche, venne assunto.

Da quel momento in poi prese il via un susseguirsi di escamotage per racimolare pezzi, soldi e collaboratori. Il primo computer Apple infatti non fu semplice da realizzare. Non c’erano soldi, i pezzi costavano tantissimo e così, insieme all’amico Wozniak decisero di costruirselo. E’ qui che entra in gioco il leggendario garage.

Steve Jobs e Wozniak al lavoro in garage dove nacque l'Apple-II
Steve Jobs e Wozniak al lavoro in garage dove nacquero i primi computer Apple

 

Era l’unico posto dove lavorare in pace, al riparo da occhi indiscreti e… gratis. Riuscirono ben presto a creare un prototipo che presentarono per la prima volta in un club dedicato agli appassionati di computer: il Homebrew Computer Club.
Come trovarono i soldi per produrli? Semplice: Jobs vendette il suo furgone Volkswagen e chiese credito ad alcuni fornitori di pezzi elettronici. Poi andò in garage e iniziò a costruire.

Gli affari andarono bene.

Dal garage alla sede di Cupertino

Il 1° aprile 1976 Wozniak e Jobs fondarono la Apple e chiamarono il primo prodotto Apple I, venduto al prezzo di 666,66 dollari.
Fu prodotto in soli 200 esemplari e i pochi rimasti tutt’oggi sono diventati dei pezzi di culto.

Pensa che nel 2014 venne battuta un’asta del valore di 905.000 dollari. Nel 2017 si stima che siano solo 8 gli esemplari funzionanti.

Erano particolarmente creativi ma mancavano i fondi per sviluppare tutte le idee, dal processore più potente al sistema operativo, ai software per utilizzarlo, insomma, troppa carne al fuoco.

Dopo varie peripezie, Jobs e Wozniak trovarono un finanziatore: era l’ex Product Manager di Intel che ormai aveva abbandonato la Intel per fare l’investitore immobiliare e finanziario. Ma a loro non interessavano solo i suoi soldi, volevano lui.

La proposta era allettante: cambiare il mondo. Lui decise di investire 250.000 dollari.

Così prese vita anche l’Apple-II grazie all’esperienza del nuovo entrato in casa Apple. Il prodotto venne presentato ad una fiera il 16 aprile 1977 (io ero ancora nel grembo).

Fu un successo enorme e anche il più longevo computer della storia, con grafica a colori e una grande compatibilità coi software dell’epoca.

Il progetto successivo era il Macintosh, ovvero un personal computer da portare a casa, accendere e usare. In 10 minuti si era operativi, senza cavi strani, senza bisogno di tecnici e aggiustamenti.

Steve Jobs fiero a fianco al primo Macintosh di Apple
Steve Jobs fiero a fianco al primo Macintosh di Apple

 

Fu il progetto dove Jobs mise anima e corpo e che decretò anche il suo licenziamento da Apple.

Licenziato dalla sua stessa azienda

C’è una piccola parentesi, nella vita di Steve Jobs, che è anche la cosa più assurda: venne licenziato dalla sua stessa azienda.

In un periodo di stallo, con l’insuccesso di Apple-III e Lisa, il calo di vendite aveva ridotto l’entusiasmo e l’amministratore delegato dell’epoca John Sculley, decise di abbandonare il progetto Macintosh decretando così il licenziamento di  Jobs, allora responsabile del progetto. Obbligato a reinventarsi, si buttò sullo sviluppo di sistemi operativi fondando NeXT prima e sull’animazione fondando PIXAR poco dopo. Due realtà di successo che stravolsero il mondo tecnologico con il sistema OS e il film di animazione Toy Story.

In quegli anni lontani dalla Apple avvennero due cose importanti: dimostrò le sue capacità e la Apple perse terreno, tanto che lo richiamarono, con suo immenso stupore. Quei dieci anni di nebbia, fino al 1995, permisero a Bill Gates di rimettersi al passo e recuperare il terreno perduto, lanciando Windows 95.

L’intervista perduta

Proprio nel 1995 Steve Jobs venne intervistato mentre era a capo della Next. Non sapeva che sarebbe tornato alla Apple. Così voglio riportare una cosa importante (poi vi lascio il questo link a Youtube per vederla l’intervista integrale): gli viene fatta la domanda chiave…

Cosa conta di più nello sviluppo di un prodotto?

La sua risposta fu lapidaria e provo a riassumerla così: “uno dei momenti più difficili della Apple fu quando a John Sculley venne una brutta malattia. Quella di pensare che l’idea sia il 90% del prodotto e basti raccontare l’idea perché si realizzi. Invece serve una quantità immensa di mano d’opera e man mano che lo produci, cambiano continuamente i bisogni. Per cui è una continua evoluzione che non si ferma mai a come era nata l’idea. L’aspetto magico è il processo”. 

In questo passaggio ci sono sue aspetti che ci tengo a sottolineare: il fatto che non si accontentasse mai e che fosse uno stacanovista. Le due cose insieme lo portarono al successo.

Steve Jobs reinventa Apple

Nel 1996 la Apple Computer aveva necessità di aggiornare il sistema operativo montato sui propri computer e ricontattò Jobs che propose il sistema operativo sviluppato in NeXT. In cambio chiese che la Apple acquisisse la NeXT che non viveva un buon periodo perchè i suoi prodotti ottimi, ma troppo cari.

Nel 1997 Jobs assunse nuovamente la carica di CEO, senza stipendio, ricevendo la cifra simbolica di 1 dollaro all’anno (ricevendo però diversi premi di produzione tra i quali un jet privato da 90 milioni di dollari e poco meno di 30 milioni di dollari in azioni).

Per rilanciare la Apple che registrava più di un miliardo di dollari di perdite, licenziò 3000 dipendenti, fece un accordo con Microsoft per sviluppare Word e Excel anche per Apple.

Migliaia di persone in coda davanti all'Apple Store prima del lancio del nuovo iPhone
Migliaia di persone in coda davanti all’Apple Store prima del lancio del nuovo iPhone

 

Nel 2001 aprì il primo Apple Store in Virginia. Non fu subito ben accolto, ma fu una scelta saggia, come molte altre. Oggi infatti se ne contano 511 in 16 paesi (a fine 2018).
Il primo Apple Store italiano fu inaugurato il 31 Marzo 2007 a Roma.

La malattia e l’iPhone

Nel 2003 scopre di avere una tumore al Pancreas. Tiene segreta l’informazione per portare avanti i suoi progetti, e nonostante la difficoltà, operazioni e diabete, riesce a lanciare il nuovo telefono che rivoluziona l’intero mondo della telefonia: il primo iPhone

Steve Jobs alla presentazione del primo iPhone nel giugno 2007
Steve Jobs alla presentazione del primo iPhone nel giugno 2007

 

Anche in questo caso, non fu il primo telefono touch, ma la bravura di Jobs e della Apple in genere era la capacità di lanciare un prodotto, creare un’esigenza, far sì che gli utenti si sentissero speciali e facenti parte di una community.

Forme, colori, materiali, multitouch… insomma un prodotto all’avanguardia sia in termini di ergonomia che stile. Al lancio del primo iPhone

Gli altri successi

  • iPhone 4s ha raggiunto un milione di vendite in 24 ore. Forse è il primo e l’unico prodotto della storia ad aver avuto una così forte accelerazione e diffusione.
  • iPod ha cambiato il modo di fruire della musica e avvicinato le case discografiche a vendere musica online.
  • La scelta della musica avviene tramite iTunes, altro successo per interfacciare i dispositivi e comprare applicazioni, musica e film.
  • Le App sono state un’innovazione per la diffusione di programmi  a costi bassi, facilmente installabili senza appesantire il sistema operativo e una grande fonte di sostentamento e di guadagno per la Apple.
  • Le App vedevano il loro maggiore utilizzo su iPad, un altro prodotto che ha decretato il declino dei computer e la crescita degli strumenti mobile, cambiando il modo di fruire di contenuti web, foto, video.
  • AirPods le cuffie bluetooth, quindi senza fili, presentate nel 2016 con oltre 25 milioni di unità vendute nei primi 24 mesi

Insomma una serie di prodotti vincenti, belli, costosi, pochi e fatti bene. Infatti, il suo ritorno alla Apple fu determinante quando ritornato a capo dell’azienda. Tra centinaia di progetti ne tenne solo 12 e 4 tipi di hardware. Focalizzarsi su pochissimi prodotti fu la mossa vincente

Vorrei chiudere con una delle frasi che meglio spiega come abbia fatto strada Steve Jobs, sono sue testuali parole, riportate dall’intervista perduta di cui ti parlavo poche righe sopra: “Sono una di quelle persone a cui non importa di aver ragione. Molte volte avevo una opinione netta, ma quando mi hanno presentato le prove del contrario ho cambiato idea. Perché non mi pesa aver torto, conta che le cose siano fatte bene.” Visionario, genio, innovatore, perfezionista… non importa come lo chiami. Il suo vero nome è Steve Jobs.

La mentalità

Se tutti pensano che Steve Jobs abbia inventato iPhone, iPod, iPad e iMac, purtroppo si sbagliano. Tutte le tecnologie che ha diffuso erano già esistenti prima, addirittura decine di anni prima. La sua bravura fu proprio nell’approccio, nella gestione aziendale, nel porsi le domande giuste. I veri sviluppatori era altri. Lui li contattava, li metteva insieme e li faceva produrre al massimo delle loro capacità.

E’ emblematica la sua risposta (sempre nell’intervista di cui ho parlato prima) dove racconta che non cercava bravi programmatori, ma i migliori. E mettere insieme tanti programmatori di serie A non poteva che portare a risultati eccellenti, anche per lo scambio di vedute tra gli stessi operatori. Una crescita continua di eccellenze che volevano lavorare con eccellenze. Una cosa che prima non era mai accaduta.

Inoltre non faceva mai domande banali, non dava nulla per scontato e cercava sempre di sviluppare hardware e software che aiutassero gli utenti. Ergonomia, stile e funzionalità erano alla base dei suoi progetti.

Per esempio ha reinventato il computer Apple-I andando in Giappone visitando 80 fornitori di parti elettroniche per scegliere il migliore e creare il suo successore, straordinariamente avanzato e meno costoso da produrre, l’Apple-II.

Questo approccio, proseguito fino ai giorni nostri, ha permesso alla Apple di essere la prima azienda ad aver superato il miliardo di dollari di valutazione nella storia dell’uomo.

Vista aerea della sede Apple a Cupertino nel cuore della Silicon Valley
Vista aerea della sede Apple a Cupertino nel cuore della Silicon Valley

Il Brand Apple

Ufficialmente la Apple nacque il 1º aprile 1976 a Cupertino. Il nome Apple fu scelto perché viveva in una zona piena di frutteti,e il morso venne inserito per differenziare il simbolo della mela da un pomodoro.

Il brand Apple subì notevoli rebranding. E’ una pratica che molti non considerano, ma vista la velocità con cui si svilupapno le tecnologie e cambiano le tendenze, è bene mettere mano al marchio, più spesso di quanto pensiate. Lo stesso marchio della Microsoft è stato rivisto più volte. Ne parlo in un articolo dedicato alla storia di Bill Gates.

Evoluzione e rebranding del marchio Apple
Evoluzione e rebranding del marchio Apple

 

perché sei disposto a spendere così tanto per un prodotto Apple?

ABBIAMO PARLATO DI: