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Queste sono le caratteristiche principali che devi conoscere per progettare un logo che si possa chiamare tale: originalità, semplicità, rilevanza, versatilità, memorabilità, riconoscibilità, scalabilità, coerenza col brand, appropriazione per il target, interpretazione intuitiva, uso efficace dei colori, adattabilità culturale, impatto visivo, equilibrio estetico, semplicità di riproduzione, durabilità, simbolismo, evocazione, precisione tecnica, ricerca di anteriorità (fondamentale)Progettare un logo senza difetti  è facile, no?

è facile (ironia)

Le caratteristiche tecniche di base sono tante e solo un logo perfetto le incamera tutte. Se ad esempio progetti un logo molto particolare per un ristorante e poi non è facile riprodurlo sulle vetrofanie oppure è impossibile cucirlo sui grembiuli, non hai progettato un buono logo. Deve essere bello, sicuramente, ma funzionale. Potremmo quasi dire che un buon logo è un logo fatto bene, più che bello. Scusa il gioco di parole, però questo problema accade molto più sovente di quanto immagini, perché si mette in gioco troppa soggettività, il gusto personale, affetti e tradizioni, insieme all’utilizzo di colori fluo e metallizzati, troppi dettagli, scritte piccole, forme ambigue, ombre e sfumature… Sono tutte problematiche, non valore aggiunto.

Senza poi ovviamente entrare nel merito del “già visto” o ” sembra quello di”… Hai capito bene, dovrebbe anche essere originale. Una delle cose più difficili. Più in basso trovi due paragrafi sul brainstorming e sulla ricerca di anteriorità che ti faranno risparmiare tanto tempo.

Come per l’articolo dove spiego come scegliere un consulente, anche questo è doppio: la prima parte è dedicata alla spiegazione delle caratteristiche tecniche necessarie, nella seconda riporto esempi di loghi che adoro, che hanno segnato un’epoca e che mi sono sempre rimasti impressi. Loghi incredibilmente… loghi!

Ti lascio uno spunto che potrebbe aiutarti: un buon logo si disegna facilmente sulla sabbia…

disegnalo sulla sabbia

Pensa a quello della Nike… trascini le dita 2 volte ed è fatto. Prova invece a riprodurre Starbucks… ci si vede domani!
Perché deve essere facile da disegnare? Perché è facile memorizzarlo, facile riprodurlo, facile colorarlo, facile cucirlo, facile no? Insomma la tendenza è semplificare. Deve essere semplice, ma non banale.

come progettare un logo

Semplice non banale: la forza della chiarezza

Nel mondo del design di loghi, la semplicità è ben lontana dall’essere sinonimo di banalità. Al contrario, è la chiarezza portata alla sua espressione più pura e potente. Un logo semplice è immediatamente riconoscibile, facile da ricordare e si distingue con eleganza in un panorama visivo spesso sovraccarico. La sfida sta nel creare un simbolo che, pur nella sua essenzialità, racchiuda l’identità complessa di un marchio, comunicando valori, mission e settore di appartenenza con pochi, ma significativi tratti.

Prendiamo, ad esempio, il logo della Nike: è un’icona di estrema semplicità, eppure racchiude in sé concetti di movimento, crescita, azione… diventando uno dei loghi più riconoscibili al mondo. La sua forza sta nella capacità di comunicare immediatamente il marchio, senza bisogno di parole o spiegazioni aggiuntive. Questa semplicità rende il logo incredibilmente versatile, adattabile a svariati contesti e formati, dalla piccola icona di un’app sullo smartphone fino a grandi insegne pubblicitarie.

nike logo evolution rebranding restyling loghi marchi

La lezione principale che possiamo trarre dall’esempio della Nike e da altri loghi di successo simili è che un design semplice ma significativo può trasmettere messaggi complessi in modo diretto e istantaneo. Il segreto sta nel trovare quell’elemento unico che possa rappresentare il marchio nella sua interezza, sintetizzando in una forma semplice l’essenza di ciò che l’azienda vuole comunicare al suo pubblico.

La semplicità in un logo non è quindi una limitazione, ma un potente strumento di comunicazione. Permette al marchio di emergere nel rumore di fondo, garantendo che il messaggio centrale sia trasmesso chiaramente e con immediatezza. In un mondo dove l’attenzione è una risorsa sempre più rara, un logo semplice ma accattivante può fare la differenza nel creare una connessione duratura con il pubblico.

In bianco e nero funziona?

Se un logo funziona solo a colori, ha oggettivi problemi tecnici.

La prova definitiva dell’efficacia di un logo non risiede solo nella sua capacità di attirare l’attenzione quando è immerso in un arcobaleno di colori, ma nella sua forza comunicativa anche in assenza di questi. La questione fondamentale è appunto “In bianco e nero funziona?”.

Se la risposta è negativa, allora il logo presenta oggettive lacune nella sua concezione tecnica e nella sua versatilità. La capacità di un logo di mantenere il suo impatto anche in bianco e nero è un indicatore della sua solidità design e della sua efficacia comunicativa.

Immaginiamo la situazione di dover inserire il logo in una pubblicità su un giornale che stampa esclusivamente in bianco e nero, o di doverlo riprodurre in situazioni dove il colore non è un’opzione, come l’incisione su alcuni materiali o il taglio laser nel ferro. In questi contesti, un logo che perde significato o impatto visivo senza i suoi colori originari non solo fallisce nel trasmettere l’identità del brand, ma può anche confondere o alienare il pubblico.

Un logo ben progettato trasmette il messaggio del brand anche  spogliato dei suoi colori. Questo non significa che il colore non sia importante – al contrario, i colori giocano un ruolo cruciale nel rafforzare il riconoscimento di un marchio e nell’evocare specifiche emozioni. Tuttavia, la struttura fondamentale del logo, composta da forme, simboli e tipografia, deve essere abbastanza robusta da reggere anche quando viene convertita in scala di grigi (come nei quotidiani in bianco e nero appunto).

Un logo che supera il test del bianco e nero dimostra una comprensione profonda del design essenziale, della comunicazione visiva e dell’identità di marca. Un logo che riesce a comunicare il suo messaggio e a mantenere il suo impatto visivo anche in assenza di colore è un logo che ha raggiunto un livello di universalità e di efficacia comunicativa che lo rende veramente potente e indimenticabile.

trucco

Un trucco per progettare un buon logo è lavorare direttamente in nero durante la progettazione (o grigio molto scuro) e scegliere solo in un secondo momento i colori in base al al mercato, ai competitor e alla strategia aziendale. Ti mostro l’idea costruttiva di un logo e poi la scelta di colore in base ai competitor.

progettare un logo
Una serie di loghi di corrieri tra i più famosi e capillari, ha indicato di distinguersi con l’unica tonalità mancante, il verde. In fondo trovi il brand progettato ex novo per TRAPI, di cui trovi il progetto nel mio profilo Behance.

scelta del colore per un logo

Piccolo o grande è sempre lui

La versatilità di un logo rappresenta la sua capacità di adattarsi armoniosamente a una moltitudine di formati e contesti, mantenendo sempre la sua identità distintiva e il suo impatto visivo. In un’epoca caratterizzata dalla presenza di molteplici piattaforme di comunicazione, dalla stampa tradizionale ai media digitali, un logo versatile è un asset indispensabile per ogni marchio. Deve essere efficace e riconoscibile sia quando è stampato su una carta da visita, sia quando appare su uno schermo, sia illuminato su un’insegna stradale.

Il logo di Amazon offre un esemplare caso di studio sulla versatilità. Comprende sia il nome dell’azienda in un carattere semplice e pulito sia un sorriso che va dalla A alla Z, suggerendo la vasta gamma di prodotti disponibili sul sito e il senso di soddisfazione del cliente. Questo design funziona su ogni scala e in vari contesti, da un’icona su uno smartphone a un’enorme insegna pubblicitaria, senza perdere la sua capacità di comunicare immediatamente il brand e il suo valore.

Una caratteristica fondamentale che contribuisce alla versatilità di un logo è la sua scalabilità. Un design ben concepito dovrebbe essere chiaro e leggibile indipendentemente dalle sue dimensioni. Ciò richiede un’attenta selezione di elementi visivi semplici ma potenti, che possano essere facilmente interpretati sia in grande che in piccolo formato. Inoltre, la versatilità implica anche la capacità di adattarsi a diversi schemi cromatici o di essere efficace anche in bianco e nero, assicurando che il logo mantenga il suo impatto anche quando le condizioni di stampa o di visualizzazione cambiano.

tanti punti di contatto

L’adattabilità di un logo è anche una questione di coerenza del brand attraverso vari canali. Un logo versatile contribuisce a creare un’identità di marca coesa, rinforzando il riconoscimento del marchio ogni volta che appare. Questo è fondamentale in un mondo dove i consumatori interagiscono con i brand attraverso diverse piattaforme e formati, aspettandosi un’esperienza uniforme e integrata.

L’adattabilità non è solo una caratteristica desiderabile in un logo; è una necessità assoluta nell’attuale panorama mediatico frammentato. Un logo che dimostra una tale flessibilità visiva non solo garantisce una comunicazione efficace del brand in una varietà di contesti, ma solidifica anche la presenza del marchio nella mente dei consumatori, rendendolo un punto fermo visivo in un mondo in

costante cambiamento.

Logo come specchio dell’identità

Quando un logo riesce a catturare l’essenza di un marchio, diventa più di un semplice simbolo: si trasforma in uno specchio che riflette valori e ideali dell’azienda. In altri casi, più funzionali, il logo rappresenta la soluzione al problema del cliente (immagini i loghi degli antivirus fatti a scudo). Questa rilevanza è cruciale perché assicura che ogni aspetto del logo sia profondamente intrecciato con l’identità del marchio stesso, comunicando efficacemente la sua natura al pubblico. Il logo diventa così un racconto visivo, una narrazione senza parole che parla direttamente al cuore e alla mente dei consumatori.

Tornando al logo Nike, il famoso “Swoosh” è un semplice segno grafico che evoca movimento, velocità e vittoria, riflettendo perfettamente la missione dell’azienda di ispirare gli atleti di tutto il mondo. Nonostante la sua apparente semplicità, lo “Swoosh” è carico di significato, racchiudendo in sé l’intero ethos della Nike e la sua dedizione allo sport e al superamento dei limiti personali.

Per raggiungere questo livello di rilevanza, è fondamentale un processo di design che parta da un’approfondita comprensione del marchio, del suo settore di appartenenza e del suo pubblico. È un esercizio di sintesi che richiede di distillare la complessità di un’azienda in un simbolo che sia allo stesso tempo accattivante e ricco di significato. Questo processo spesso comporta la selezione di colori, forme e font che risuonino con la cultura aziendale e le aspettative dei clienti, creando un legame emotivo e psicologico duraturo.

Originalità: l’arte di distinguersi

Un logo originale rompe gli schemi convenzionali e si afferma con coraggio, portando una ventata di freschezza nel panorama visivo del suo settore. Questa caratteristica non è solo una questione di estetica, ma è fondamentale per catturare l’attenzione, stimolare l’interesse e incidere nella memoria collettiva.

Un logo originale racconta la storia del brand in modo nuovo e inaspettato. Pensa al logo di SpaceX: la sua rappresentazione stilizzata del nome, con il tratto ascendente che simula la traiettoria di un razzo, non solo cattura l’essenza dell’esplorazione spaziale ma lo fa in modo che è immediatamente associabile all’ambizione e all’innovazione dell’azienda. L’originalità qui si manifesta nell’abilità di visualizzare il futuro dell’esplorazione spaziale in un modo che sia immediatamente riconoscibile.

Ovviamente anche il nome deve essere originale e ho scritto un articolo specifico su come scegliere il nome aziendale senza errori

Creare un logo originale significa osare, visitare territori inesplorati del design e adottare un approccio riflessivo e audace allo stesso tempo. Non si tratta solo di evitare la replica di tendenze esistenti, ma

di intraprendere un viaggio creativo alla ricerca di un’espressione visiva che sia veramente rappresentativa del DNA unico del brand. Questo processo richiede una profonda comprensione del marchio, una chiara visione della sua posizione nel mercato e, soprattutto, la capacità di sintetizzare questi elementi in un simbolo che sia al tempo stesso innovativo e significativo.

L’originalità in un logo fornisce al marchio una piattaforma solida su cui costruire la sua identità e comunicare i suoi valori in modo distintivo. È ciò che aiuta il brand a stabilire una connessione emotiva con il suo pubblico, trasmettendo messaggi in modi che sorprendono, deliziano e rimangono impressi. Inoltre, un logo originale è spesso al centro di conversazioni, diventando un potente strumento di marketing che alimenta il riconoscimento del marchio e ne favorisce la crescita organica.

È un investimento nella singolarità del brand, un impegno a distinguersi per genuinità in un mondo affollato. Un logo originale non solo definisce l’identità visiva di un’azienda ma segna l’inizio del suo viaggio verso l’unicità e il successo nel lungo termine.

Icona indimenticabile tra riconoscibilità e memorabilità

La forza di un logo sta nella sua capacità di essere immediatamente riconosciuto e facilmente ricordato. Riconoscibilità e memorabilità sono due facce della stessa medaglia: insieme, creano un’icona indimenticabile che si radica nella mente del pubblico. Un logo deve emergere nel caos visivo quotidiano e rimanere impresso evocando il brand anche con una minima esposizione.

Un esempio emblematico di questo equilibrio è il logo di McDonald’s. I suoi famosi archi dorati sono riconoscibili in tutto il mondo, anche a distanza e senza necessità di testo. Questa semplicità visiva, abbinata a un colore distintivo e a una forma unica, rende il logo non solo immediatamente riconoscibile ma anche estremamente memorabile.

logo McDonald's

Ovviamente, McDonald’s è un brand così famoso che l’avrai visto centinaia di volte all’anno. Ma immagina avesse avuto come logo un hamburger. L’avresti confuso con Burger King, sarebbe sembrato un fast food qualunque e non l’avrei citato in questo articolo. Quindi anche dal punto di vista della narrazione, della didattica e della divulgazione, un ottimo logo fa parlare di sé.

La chiave per raggiungere sia la riconoscibilità che la memorabilità in un logo risiede nel trovare un elemento unico e distintivo che possa essere facilmente associato al marchio. Questo può essere un simbolo, un colore, una forma o una combinazione di questi elementi. Anche una lettera, come nel caso in esame. È l’unicità dell’elemento e lo stile della sua rappresentazione che rende un logo facile da riconoscere e ricordare.

Mirato al cuore

Il successo di un logo dipende anche dalla sua capacità di parlare direttamente al cuore del pubblico target. L’appropriazione per il target significa che il design del logo deve risuonare con le aspettative, i desideri e le esigenze delle persone a cui il brand si rivolge.

Un logo efficace deve essere in grado di stabilire un collegamento emotivo con il suo pubblico, utilizzando linguaggi visivi, colori e simboli che parlino la loro stessa lingua. Alcuni loghi sono così belli che le persone cercano anche adesivi e gadget per utilizzarli nella vita quotidiana. Quante automobili hai visto con la mela morsicata attaccata sul resto, vicino al modello dell’auto? So perfettamente che non è solo questione di logo, ma di brand. L’amore per la Apple da parte dei fanatici è viscerale. Però se il logo fosse brutto, probabilmente non attaccherebbero alla carrozzeria dell’auto nuova. Nella foto vedi il logo originale della Apple al momento della sua fondazione. Non credo che lo vorresti appicciato sulla tua auto.

Linguaggio universale dei colori

logo uso dei colori significato

I colori giocano un ruolo cruciale nel design di un logo, influenzando la percezione e le emozioni del pubblico. L’uso efficace dei colori può trasmettere specifici messaggi e valori, evocare determinate emozioni e influenzare la decisione d’acquisto.

La scelta dei colori deve essere intenzionale, con una comprensione profonda del loro significato culturale e psicologico, per assicurare che il logo comunichi efficacemente l’essenza del brand. Se un logo rappresenta un grafico verde, trasmette guadagno, soluzioni e introiti. Se lo stesso grafico lo rappresentassi in rosso semaforo, ci direbbe esattamente il contrario. Anche se il rosso può sembrare più forte, efficace e d’impatto, inconsciamente trasmette sensazione di rischio, perdita denaro, “bilanci in rosso” appunto.

Armonia visiva e equilibrio estetico

L’equilibrio estetico in un logo si traduce in una composizione armoniosa e piacevole all’occhio. Questo equilibrio può essere raggiunto attraverso la simmetria o l’asimmetria, la distribuzione uniforme degli elementi visivi e l’uso ponderato dei colori e delle forme. Un logo esteticamente equilibrato non solo è gradevole da guardare, ma trasmette anche stabilità e professionalità, elementi chiave per guadagnare la fiducia del pubblico. Spazi vuoti, aree di rispetto intorno, distanza tra la parte grafica e la parte testuale (se possibile non sovrapporli mai)… insomma potrei mostrarti con un esempio su cui sto lavorando, come cambi l’armonia tra gli elementi, cambiando semplicemente posto, colore e dimensione alle parti. Ti consiglio di approfondire l’argomento Gestalt che è una teoria molto importante alla base della progettazione grafica, soprattutto quando ci sono più elementi insieme.

Grid System

Progettare il logo con una griglia (tra poco vediamo che tipo di griglia) semplifica notevolmente il processo fornendo un sistema ordinato, bilanciato e regolare. Aiuta anche una eventuale ricostruzione e il mantenimento della coerenza visiva degli elementi. Puoi utilizzare molti tipi di griglie, ma fondamentalmente si tratta di combinazioni di cerchi, quadrati e rettangoli in modo da creare una trama regolare. Alcune volte si possono inclinare, magari usando angoli di 30/45 °, purché sembrino naturali.
Alcune volte, durante la creazione di loghi, i grafici usano rapporti matematici come la sequenza di Fibonacci (o la sezione aurea).

N.B.: le griglie non sono in realtà regole rigide e a volte si ottengono loghi bilanciati o emozionali anche senza, ma sono un grosso aiuto. Nell’esempio che riporto qui sotto, una semplice griglia di 16 quadrati è stata usata per creare dei petali che poi comporranno il logo di un’azienda di decorazioni floreali.

costruzione logo tramite grid system

Il potere del simbolismo

Il simbolismo in un logo arricchisce il marchio con strati di significato, permettendo una comunicazione più profonda e stratificata. Un logo simbolico può narrare la storia del brand, i suoi valori fondamentali o la sua visione attraverso l’uso di metafore visive. Questo non solo aumenta la memorabilità del logo, ma invita anche il pubblico a esplorare e a connettersi con il brand a un livello più intimo.

Uno scudo crea senso di protezione, una spada invece l’opposto. Una strada dà senso di viaggio, una casa di staticità. Esempi semplici, ma concetti dai quali partire per non perdere la retta via e non passare segnali sbagliati. Di contro però troviamo tanta banalità e scontatezza nei loghi che utilizzano questi simboli in maniera troppo istintiva. Un’agenzia immobiliare non deve per forza avere il simbolo della casa nel logo. Idealista ne è un esempio. Lettering, colori, ma nessuna casa. Tanta originalità e modernità, nonostante abbiano deciso di andare controcorrente e utilizzare una scritta a pixel.

logo idealista

Chiamata alle emozioni

Un logo che evoca emozioni o ricordi crea un legame emotivo forte tra il brand e il suo pubblico. Attraverso l’evocazione, un logo può richiamare sensazioni di fiducia, gioia, nostalgia, o qualsiasi altra emozione che il brand desidera associare alla sua immagine. Questo legame emotivo rende il marchio più memorabile e influente, rafforzando la lealtà del cliente e distinguendo il brand nel mercato.

Maestria nel dettaglio

La precisione tecnica in un logo riflette la maestria e l’attenzione ai dettagli nel suo design. Ogni elemento, dal font alle linee, dai colori alle proporzioni, deve essere eseguito con cura e precisione. Questo non solo assicura che il logo funzioni bene in tutti i contesti e formati, ma trasmette anche un’immagine di professionalità e qualità del brand.
Linee, proporzioni, spessori, angoli… deve essere tutto armonico e pensato. Nell’immagine che segue vedi la costruzione del mio logo personale. Un triangolo equilatero, un altro di area dimezzata e poi via all’esclusione spostando le forme, fino ad ottenere un monogramma che rappresenti la A e la F contemporaneamente, ma con proporzioni e stabilità impeccabili.

construction logo sketch armand federico brand progettare logo

Un marchio senza tempo

La durabilità di un logo si misura nella sua capacità di rimanere efficace e rilevante nel tempo, nonostante l’evoluzione delle tendenze del design e del mercato. Un logo duraturo supera le prove nel tempo, mantenendo la sua forza e il suo impatto senza necessità di frequenti restyling. La chiave per una durata prolungata risiede nella scelta di un design che sia al contempo semplice, significativo e flessibile, capace di adattarsi a future evoluzioni del brand senza perdere la sua essenza.

Mi capita molto spesso di vedere pseudo grafici che seguono le mode del momento e consigliano addirittura alcuni loro clienti di realizzare il logo in base ai trend del momento. Parrucchiere con loghi dalle sfumature viola/rosa per seguire il trend di Instagram, venditore di bibite che usano come sfondo il rosso CocaCola (come esiste il rosso Ferrari e il rosso semaforo che mi sono inventato prima). Peraltro come si cuce la sfumatura di un logo sul camice di una hair stylist? (parrucchiera non tira più).

Passata la moda cosa rimarrà della sua insegna? Nulla di personale, nulla di significativo, nulla di distinguibile. Solo qualcosa di “passato”. Ho visto seguire delle mode sui caratteri, copiando quelli di brand famosi (“mi fai il logo con lo stesso carattere di Amazon?”), oppure ancora richieste di rappresentare l’azienda con un altro frutto morsicato (ma sei serio?). Eppure come ti dicevo succede. Sta a noi professionisti spiegare le motivazioni di una scelta piuttosto che un’altra e andare a distruggere progetti che nascono già vecchi o rivisti.

Ecco alcuni loghi che rappresentano esattamente lo stesso concetto, con stile diverso.

 

Tempesta di idee

Quando inizio un nuovo progetto, lascio andare la mette, schizzo, disegno, traccio, cancello, rinizio da capo…
Il brainstorming è il motore creativo dietro ogni grande logo. È quel momento elettrizzante in cui designer si lasciano trasportare da una tempesta di idee, liberando la loro immaginazione per esplorare ogni possibilità. Questo processo è fondamentale per scardinare i confini del pensiero convenzionale e per scovare quelle gemme di creatività che possono trasformarsi in un logo iconico.

Durante una sessione di brainstorming, non ci sono idee sbagliate o limiti alla fantasia. Ogni suggestione, per quanto folle possa sembrare, è ben accetta e potrebbe essere la chiave per sbloccare un concetto rivoluzionario. Il brainstorming incoraggia a pensare lateralmente, ad abbracciare associazioni inaspettate e a connettere elementi apparentemente distanti per creare qualcosa di nuovo e originale.

Un esempio notevole del successo di questo approccio è il logo di Twitter, nato da un’idea semplice ma reso unico dal concetto di immediatezza e comunicazione leggera, simboleggiato dall’uccellino. La creazione di questo simbolo distintivo è il risultato di un processo di brainstorming che ha cercato di catturare l’essenza della piattaforma in un’immagine semplice ma fortemente evocativa. Purtroppo da poco è stato cambiato in una X che è molto bella graficamente, ma ha perso tutto il significato, dal nome all’attività svolta sul social (tweet = cinguettare) fino al colore di riferimento e l’animale. Come si può notare hanno fatto numerosi rebranding, girando addirittura il passerotto verso destra, ma rimanendo sempre molto coerenti, nelle dimensioni, proporzioni, colori e messaggio. Ora?

evoluzione logoo twitter x rebranding loghi famosi esempi

Il vero valore del brainstorming sta nella sua capacità di unire diverse prospettive, sfruttando la ricchezza delle esperienze individuali e la diversità dei punti di vista per arricchire il processo creativo. Questa fase iniziale non è solo un’esercitazione di stile, ma un vero e proprio atto di costruzione dell’identità del brand, in cui il logo inizia a prendere forma come rappresentazione visiva dei valori, della missione e della personalità dell’azienda.

Attraverso la libera esplorazione di idee, il confronto aperto e la collaborazione creativa, è possibile dare vita a loghi che non solo rappresentano un brand, ma che raccontano la sua storia, condividono i suoi sogni e ne incarnano lo spirito, rendendoli veri e propri simboli culturali nel nostro mondo visivo e allo stesso tempo creando qualcosa di originale e creativo.

Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo sul brand manual. Senza poi considerare la possibilità che un marchio, un simbolo, un nome, siano già registrati. In quel caso, non puoi proprio usare un logo simile, neanche volendo.

Ricerca di anteriorità

Prima di finalizzare e lanciare un nuovo logo, è cruciale assicurarsi che sia non solo originale ma anche legalmente utilizzabile. Questo passaggio, noto come ricerca di anteriorità, consiste nell’indagare database, registri dei marchi, internet e altre risorse per verificare che il design o elementi simili non siano già stati registrati o utilizzati da altri. È una fase fondamentale per prevenire potenziali controversie legali e per garantire l’unicità del marchio. Ad esempio per verificare la presenza di un marchio in Italia c’è l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM)

Il processo di ricerca di anteriorità non si limita a una verifica superficiale; richiede un’analisi approfondita e sistematica che copra vari ambiti e geografie, specialmente se il brand prevede di operare a livello internazionale. In alcuni casi, può essere necessario l’intervento di professionisti specializzati in diritto della proprietà intellettuale per condurre ricerche più dettagliate e per interpretare i risultati.

classi di nizza

Ricordati di verificare le Classi di Nizza, ovvero i settori merceologici in cui cui operare. Per esempio lo stesso nome Nike potrebbe essere utilizzato per delle marmellate, credo (a meno che Nike non abbia registrato il marchio anche per le classi di alimenti).

Un logo che supera la prova della ricerca di anteriorità non solo rafforza la posizione legale del marchio, ma contribuisce anche a costruire una solida identità di brand, libera da confusione o associazione involontaria con altri marchi. Questo passaggio aiuta a prevenire future complicazioni, consentendo al brand di investire nella promozione e nella crescita del proprio logo con la certezza della sua originalità e legalità.

Inoltre, una ricerca di anteriorità efficace offre al designer e al brand la tranquillità necessaria per procedere con campagne di marketing e produzione di materiale promozionale, evitando il rischio di dover ritirare o modificare il logo a causa di problemi legali legati a diritti d’autore o a marchi registrati. Questo non solo salvaguarda l’investimento finanziario nel logo ma protegge anche l’immagine e la reputazione del marchio a lungo termine.

FAQ

Si può disegnare un logo con l’intelligenza artificiale?

NO. I motivi sono tanti, ma quelli principali sono 3. I sistemi di intelligenza artificiale hanno problemi (per ora) a scrivere sulla grafica. Il risultato è veramente scadente e non è vettoriale. Le AI non hanno idea del contesto, delle emozioni generate e del mercato. Bisognerebbe dare troppe informazioni per poterle addestrare correttamente. E infine il motivo più importante: le intelligenze artificiali non hanno accesso (per ora) all’archivio dei marchi registrati, per cui potrebbero generare una cosa molto simile a un’altra esistente (è molto probabile peraltro).

Quando un logo è da rinnovare?

In generale quando non rappresenta più i valori aziendali, quando c’è un’importante rivoluzione nell’assetto aziendale o quando ha evidenti problemi tecnici. Potrebbe accadere che sia aprano le vendite a nuovi mercati, oppure che si passi da supporti cartacei a digitali e si necessiti di formati particolari, trasparenti, per icone e app, ecc. Se pensi ti serva un restyling del logo puoi contattare Armand Federico per un preventivo su misura

Creatività senza fine

La creatività è il cuore pulsante di un logo memorabile. È l’abilità di vedere oltre l’ovvio, di combinare elementi in modi nuovi e sorprendenti, di giocare con simboli, colori e forme per creare qualcosa di veramente unico. Un logo creativo non solo cattura l’attenzione e si distingue nel mercato, ma diventa anche fonte di ispirazione, stimolando la curiosità e l’interesse intorno al brand.

Chiudo questo articolo con una serie di loghi che adoro e che sono grande fonte di ispirazione, per la scelta stilistica, per l’idea innovativa, per l’equilibrio, per l’uso dello spazio negativo (in assoluto Ed’s Electric è il mio preferito).

Glossario

  • Logotipo: rappresentazione grafica del nome di un’azienda o di un prodotto, progettata in modo unico per facilitarne il riconoscimento. Per esempio CocaCola non ha un simbolo, ma è la stessa scritta a diventare il logo.
  • Branding: insieme delle azioni di marketing e di design volte a costruire e gestire l’immagine di un marchio nel tempo.
  • Palette cromatica: selezione di colori specifici utilizzati in modo coerente nel logo e in tutti i materiali di comunicazione di un’azienda per garantire riconoscibilità e coerenza del brand.
  • Spazio negativo: spazio vuoto intorno e all’interno delle forme di un logo, che può essere utilizzato in modo creativo per aggiungere un ulteriore livello di significato. Cerca il marchio Carrefour e guarda la C in bianco.
  • Identità visiva: insieme degli elementi grafici, tra cui il logo, i colori, i caratteri e le immagini, che insieme creano un’immagine distintiva e riconoscibile di un’azienda o di un prodotto.
  • Payoff: frase breve e memorabile che cattura l’essenza di un marchio o della sua campagna, spesso usata insieme al logo per rafforzare il messaggio o i valori del brand (Dove c’è Barilla c’è casa)
  • Lettering: arte di creare a mano lettere disegnate in modo unico per creare tipografie o testi decorativi, spesso utilizzata nel design del logo per un tocco personalizzato (Disney, Netflix, Zara)
  • Mockup: rappresentazione realistica di come apparirà un logo su un prodotto o in contesti reali, utilizzata per testare l’aspetto prima della produzione finale.
  • Responsive design: approccio di design che garantisce che un logo (o sito web) sia visivamente efficace e funzionale su dispositivi con dimensioni di schermo diverse.
  • Brand guidelines: insieme di regole e standard che definiscono l’uso dei vari elementi del brand, inclusi logo, colori, tipografia e applicazioni, per garantire coerenza in tutte le comunicazioni.
  • Rebranding: processo di rinnovamento dell’immagine di un marchio, che può includere la modifica del logo, della strategia di marketing e di altri elementi visivi per riflettere un nuovo posizionamento o evoluzione del marchio. L’hai visto prima per Twitter